sabato 30 gennaio 2016

Michelina, la ragazza del tiro a segno ne "Il giardino dei Finzi Contini"




                                                                     


Ero una ragazzina, quando De Sica girò a Ferrara “Il giardino dei Finzi Contini”. 
In piena estate vennero effettuate alcune riprese nei campi di tennis della Marfisa. Scene mai viste, perchè poi vennero tagliate e sostituite con quelle che si vedono nel film, girate altrove.
Si racconta che De Sica si era fatto preparare un letto dentro la palazzina, per riposare un poco nel caldo del pomeriggio. Io non ho vissuto nulla di tutto questo, pur abitando proprio di fianco alla Marfisa, perchè ero al mare con la mia famiglia. 
Mi è sempre dispiaciuto tanto di non aver mai visto all’opera nè De Sica nè Antonioni, chissà perché. Dov’ero quando Michelangelo girò “Al di là delle nuvole”? Chissà ..
Solo per “Amore amaro” di Florestano Vancini mi sono ritrovata, vestita di tutto punto anni ’40, a fare la comparsa tra le persone che salutavano i bambini in partenza per le colonie estive. 
Tre giorni alla stazione di Rovigo, più adatta per sembrare quella di Ferrara, nella finzione filmica. Nessun ricordo quindi che mi emozioni ancora.



    


I fotogrammi del film di De Sica li conosco ormai a memoria, rivedo una mia bellissima amica, Gabriella Ingoglia, che saluta il protagonista da dietro le sbarre della finestra della casa di fronte alla sua, in Via Cisterna del Follo. Ma soprattutto guardo incantata ogni volta, con ancora più emozione, quella bellissima ragazza ferrarese che appare nelle scene alle giostre del tiro a segno, con Lino Capolicchio e Fabio Testi, ovvero Giorgio e Malnate..
Non la conoscevo affatto, allora, eppure la vita curiosamente me l’ha presentata molti anni dopo, in casa mia. Una mamma, come me, di una bambina che frequentava lo stesso asilo, l’incontro alla festa di compleanno di mia figlia. La vidi entrare e in un attimo riconobbi la stupenda ragazza del film. Stupita le dissi con piacere di averla riconosciuta! Lei lo fu ancora di più, di come io avessi potuto, dopo tantissimi anni, cogliere nelle sembianze mature l’immagine di lei ventenne.  
E così Michelina Falcone, vincendo il suo naturale riserbo, si dovette arrendere alla mia curiosità di sapere di più su quella sua esperienza di attrice. E mi raccontò che era nato tutto per caso. Accompagnava una sua amica ai provini per le comparse, non avendo lei invece nessun interesse in merito. Ma si lasciò convincere a provare anche lei stessa. Finì che l’amica non fu scelta e a lei invece venne affidato quel piccolo ruolo, che non era da semplice comparsa, ma un frammento di reale recitazione. In cui appariva il suo talento innato, tanto che De Sica le disse che era davvero portata per fare cinema e che avrebbe dovuto assolutamente continuare.
Invece quella per Michelina fu l’unica esperienza d’attrice. Si laureò in medicina, ma non esercitò mai la professione, perché si sposò ed ebbe cinque figli. Solare, intelligente, ironica e schiva, era una persona davvero affascinante, con un velo di mistero. Lasciò la laurea nel cassetto per dedicare tutta se stessa alla famiglia..
Nel 2010 Michelina morì improvvisamente, quando le nostre figlie erano adolescenti..
Il suo viso resta giovane e bellissimo per sempre in quei pochi fotogrammi, che rivelano una naturale forza recitativa, la stessa forza che l’ha fatta scegliere con passione un’altra strada.
Rivediamola, pensando che l’abbiamo avuta accanto. Un pensiero per lei Ferrara deve averlo.

                                                                 
                                                                               

domenica 24 gennaio 2016

"L'ottava d'oro" - 1928-1933



Guardate un pò cosa avevano organizzato i nostri bisnonni per festeggiare il quarto centenario della morte di Ludovico Ariosto, a Ferrara: "L'ottava d'oro" (dalla famosa particolare rima del poeta, nei primi sei endecasillabi alternata, negli ultimi due baciata), ovvero una serie di celebrazioni in onore del Poeta, dal 1928 per cinque anni!





 Questo articolo, pubblicato in uno dei due volumi di G.Gabriele Sacchi, editi nel 1999: "Ferraresi del XX secolo" ("Storie di una storia sola" e "Immagini e memorie"), che raccolgono numerosissimi argomenti ferraresi, è la cronaca di queste  .. performances ferraresi di letterati illustri.

"Della pazzia di Orlando parlò, nel cortile del palazzo dei Diamanti, Curzio Malaparte per affermare che gli italiani sono tutti pazzi..
Nello Quilici, alla presenza del Re d'Italia, venuto per la "settimana ferrarese", tenne un'alata lettura sull'infelice amore di Fiordiligi e Brandimarte..
Riccardo Bacchelli, nel cortile di Renata di Francia, pronuciò una stenua difesa di messer Ludovico.
Filippo Tommaso Marinetti tenne una lezione di futurismo sulle mura degli Angeli, in vista della pianura ferrarese..
Attilio Momigliano ha trasportato gli spettatori nell'isola di Alcina..
Nel pomeriggio del 18 marzo 1930 una caratteristica imbarcazione, scivolando sulle acque del Po, ha portato il fedele pubblico dell'Ottava d'oro sull'isola Bianca..
Massimo Bontempelli, seguendo Ruggero, Orlando e Astolfo nei loro viaggi terrestri, di mare e aerei, ha parlato della cultura geografica dell'Ariosto..
Alfredo Panzini ha rievocato la figura di Angelica ariostesca per confrontarla con l'Angelica boiardesca.."

e molti altri ancora!






Più ampiamente trattato questo argomento è nel saggio del Liceo Ariosto di Ferrara, a cura di Silvana Onofri,  in cui viene descritta  in particolare la bellissima mostra del 1933 a Palazzo dei Diamanti sulla pittura ferrarese (descritta da Roberto Longhi nel famossisimo testo: "Officina ferrarese")
e da cui traggo qui l'intervento di Marco Crivellaro riguardante le letture ariostesche:










(Immagini tratte dal saggio del liceo Ariosto)


                                VIDEO DEL GIORNALE LUCE DEL MAGGIO 1933









In occasione della visita dei Principi di Piemonte, Maria Josè ( divenuta poi ultima regina d'Italia) e del consorte  Umberto II, per l'inaugurazione il 7 maggio 1933 della Esposizione, il Podestà Renzo Ravenna fece disporre un pranzo in loro onore con specialità ferraresi, di cui questo era il Menù:

(Conservato dagli eredi di Renzo Ravenna)








Articolo di Gabriele Turola, uscito su "La Pianura" nell'aprile 2016:



Articolo di Andrea Emiliani:
http://rivista.fondazionecarife.it/1996/4/item/165-1933-anno-xi